La responsabilità sanitaria non deve mettere in conflitto le categorie dei medici e degli avvocati [di Armando Argano - 15 febbraio 2014]

Nell’articolo dal suggestivo titolo “Avvocati-chirurghi guerra tra professioni a colpi di spot in tivù”, pubblicato nel quotidiano nazionale La Stampa di ieri 14 febbraio 2014, si mettono a confronto la pubblicità televisiva di Obiettivo Risarcimento, società che si occupa di assistere senza anticipo di spese i danneggiati da colpa medica, ed il bel video di risposta del Collegio Italiano dei Chirurghi.

L’articoloè un ottimo esempio di giornalismo urlato o direttamente pilotato (difficile dire cosa sia peggio), volto a diffondere notizie fuorvianti e ad alimentare la ciacola popolare.

Invero, se la pubblicità televisiva di Obiettivo Risarcimento fosse fatta direttamente da avvocati, come afferma il quotidiano La Stampa, gli organi disciplinari forensi dovrebbero intervenire immediamente a stroncarla perchè palesemente contraria alla legge professionale ed al codice deontologico.

Ma il punto è un altro, chiunque sia dietro il marchio Obiettivo Risarcimento, o chiunque lavori per Obiettivo Risarcimento (e simili), certamente ci sono dentro a pieno titolo anche medici.

Deve essere chiaro che per queste società, così come per talune associazioni di consumatori, l’azione per responsabilità sanitaria è un business e quindi esse in qualche modo filtrano le domande degli interessati, appunto con l’apporto di medici ed avvocati, mettendo da parte le vicende sulle quali il pronostico è sfavorevole e che quindi si tradurrebbero solo in un costo.

Invece certo giornalismosi limita ad aizzare gli utenti, perchè ciò che conta è che proliferi l’insensato dibattito fra tronisti (non cronisti, tronisti).
Qualcuno dunque ha interesse ha scatenare una guerra tra categorie professionali già tartassate e noialtri, medici e avvocati, non dobbiamo cadere nella trappola.

Ciascuno faccia il proprio lavoro secondo coscienza e legge, anzi, cominciamo a creare percorsi condivisi, ad esempio nella formazione, perchè non si può non prendere atto che il mercato sta bussando con forza dirompente alla porta delle professioni liberali, strette fra normative scollegate dalla realtà e responsabilità della prestazione.

[Armando Argano - 15 febbraio 2014]

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